Quando la revoca dell’amministratore è per giusta causa?
La destituzione dell’attuale amministratore durante il suo mandato, quando motivata da giusta causa, non comporta alcun obbligo di risarcimento per il professionista in uscita. Ma quali sono le situazioni che possono giustificare la revoca per giusta causa? Questo avviene, ad esempio, quando l’amministratore:
- non ha effettuato l’apertura del conto corrente condominiale o non ha fatto transitare attraverso di esso i fondi provenienti dai condomini;
- non ha convocato almeno una volta l’assemblea annuale;
- trascura la raccolta dei contributi condominiali da parte dei morosi;
- è coinvolto in gravi irregolarità fiscali;
- omette di comunicare tempestivamente all’assemblea di aver ricevuto, tramite notifica, un atto di citazione o un provvedimento amministrativo la cui portata eccede le sue competenze;
- non presenta il rendiconto della gestione;
- gestisce il conto in modo che possa generare confusione tra il patrimonio condominiale e quello personale dell’amministratore o di altri condomini.
Perché Cambiare l’Amministratore di Condominio: Vivere in un condominio gestito da un amministratore con cui non si ha una buona intesa può compromettere la qualità della vita quotidiana. Quando la fiducia in colui che ci dovrebbe tutelare viene meno, è giunto il momento di considerare un cambio.
In questa guida, esploreremo le procedure semplificate fornite dalla recente riforma del condominio e i passaggi chiave per nominare un nuovo amministratore, assicurando una transizione senza intoppi.
Cosa fare per cambiare amministratore di condominio
1. Parlane con gli altri condomini: discuti delle loro esperienze e verifica se hanno constatato problematiche o una carenza di serietà da parte dell’attuale amministratore condominiale.
Se hai difficoltà in tal senso, contattami e provvederò a distribuire volantini in loco, così anche gli altri che provano lo stesso tuo malcontento si attiveranno nella medesima direzione e sarà più facile trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda.
2. Revoca dell’Amministratore: La riforma del condominio ha reso agevole la revoca dell’amministratore. Il mandato dura un anno, ma può essere revocato in qualsiasi momento dalla maggioranza dei condòmini. La revoca può avvenire con o senza giusta causa, richiedendo un’adeguata giustificazione nel primo caso.
3. Convocazione dell’Assemblea Straordinaria: La procedura di cambio inizia con la richiesta di un’assemblea straordinaria. Almeno due condòmini, rappresentanti un sesto dei millesimi, devono inviare una raccomandata all’amministratore.
Quest’ultimo ha 10 giorni per convocare l’assemblea. Se non lo fa, l’assemblea può riunirsi autonomamente per revocare l’attuale amministratore e nominarne uno nuovo.
4. Nomina del Nuovo Amministratore: Durante l’assemblea straordinaria, è obbligatorio nominare il nuovo amministratore. La scelta richiede la maggioranza degli intervenuti rappresentanti almeno il 50% dei millesimi totali del condominio. La scelta del nuovo amministratore richiede attenzione a diversi fattori, come la professionalità, il compenso equo e la trasparenza nella gestione.
5. Passaggio delle Consegne: Una volta nominato il nuovo amministratore, è cruciale gestire il passaggio delle consegne in modo efficace. Il vecchio amministratore dovrà fornire tutte le informazioni e documenti necessari per garantire una transizione senza intoppi.
In conclusione, il cambio dell’amministratore di condominio è un passo significativo per migliorare la qualità della vita condominiale. Seguendo le procedure stabilite dalla riforma del condominio e facendo scelte oculate nella selezione del nuovo amministratore, è possibile assicurare una gestione condominiale eccellente.
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